Armadia - di Kim Chiari
- FP
- 29 may 2020
- 2 Min. de lectura
Lo stato d’animo in cui la pelle d’oca va a viene dalle parti dello stomaco a ritmo dei sentimenti che continuano a riempirlo e svuotarlo è tanto preziosa per l’artista quanto odiosa per l’uomo normale.
Chi scrive è addirittura obbligato a dargli un nome:
il termine ” sofferenza ” non funziona, perché si tratta di una cosa del tutto diversa, benché simile in alcuni aspetti.
Non si soffre per amore, è un altra la sensazione. Credo che, in quanto aspirante scrittore, se riuscissi solamente a dargli un nome potrei ritenermi soddisfatto, anche se nessuno leggesse mai le mie opere.
Ogni artista vuole che il frutto del suo lavoro sia sparso per il mondo, ma io ci rinuncerei in cambio della riuscita…
Trovare una parola che spieghi come ci si sente quando, fermo ad una stazione ferroviaria, il passaggio del treno ti schiaffeggia la faccia con lo spostamento d’aria.
I capelli che ti coprono la vista impegnata nello scorgere la persona che, qualche giorno prima, salendo su quel treno è uscita dalla tua vita, non sapendo nemmeno quanto ti sarebbe piaciuto trattenerla.
” Armadia. “
Una parola del genere, per descriverne con precisione altre centinaia.
Torna a casa con la faccia sbattuta e lanciando il cappotto sul divano.
” Com’è andata a lavoro? “
” Armadia. “
Non ha voglia di parlare, nessuno afflitto da armadia ne avrebbe voglia.
Due giovani si salutano dopo una serata passata insieme, lui maledicendosi per tutto quello che avrebbe potuto ma non ha fatto, lei bella come solo una serata di risate può trasformarti.
” A domani. “
” Armadia! “
una sola parola urlata col cuore in gola. Un compromesso molto più facile del gridare
”Penso di amarti ma non ne sono sicuro e ogni volta che voglio baciarti il tuo sguardo mi blocca. “
Un tramonto, una spiaggia. Birra.
Due vecchi amici a che fanno a gara con l’orizzonte per vedere se almeno una volta riescono a superarlo con lo sguardo.

” Ci pensi ancora a Marta? “
” Armadia. “
Ritorna il silenzio: non c’è bisogno di aggiungere altro.
” Armadia. “
che parola magnifica.
Esistesse davvero sarebbe la mia preferita. Soprattutto, adesso, mi farebbe veramente comodo.
Riuscirebbe a mettere a tacere la vocina che mi tormenta da giorni:
” Come stai? “
Armadia,
mi basterebbe rispondere armadia.
di Kim Chiari
Comments