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  • 3 ene 2021
  • 5 Min. de lectura

rielaborazione immagine dal sito: clicca per accedere a federicoberti.it!
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Sarà questa sua capacità a fare un po’ di tutto a rendere interessante la sua persona.Come un Octopus attraverso i suoi 8 tentacoli: con una mano suona; con l’altra prepara un bel pranzetto; si fa la barba e pubblica un articolo sul settimino di ocarine; parla con noi al telefono e ci racconta la sua e altre mille storie.

Spiega il suo lavoro come Tacabanda, il suonatore girovago che suona la chitarra canta e con l’armonica a bocca fa gli assoli, e con i piedi che battono il tempo sul grande tamburo che porta sulla schiena. E nel mentre ci consiglia: “l’importante è saper unire tutto; riuscire ad armonizzare tutti i propri interessi e conoscenze”, mentre parla con noi scaccia una vespa e si prepara a uscire per andare a suonare per strada.


È un po’ difficile, pensiamo noi, allestire tutto questo nella nostra testa, viste le mille cose che Federico ha già fatto fino ad oggi; e esibirsi in seguito con tutte le tessere del puzzle ben incastrate per riproporlo al suo pubblico, Federico Berti lo fa ogni giorno!


In realtà lui spiega che non è una cosa poi tanto eccezionale, i saltimbanchi di una volta lo facevano normalmente e alcuni di loro non sapevano nemmeno leggere o scrivere. E’ l’arte della memoria che ti permette di fare questo, le ruote che girano. Federico Berti insegna tra l’altro quest’arte, anche in DAD visti i tempi.

Libro - Federico Berti - Le vie delle fiabe
Libro acquistabile da link!

Nato nel 74, figlio degli anni 80. Il padre: cantante, liutaio linguista e radioamatore, suonava al folkstudio e accompagnò tra le altre cose la cantante Kay McCarthy. Il nonno falegname di scena, collaboratore con grandi nomi: Anna Magnani, Luca Ronconi Renato Rascel, Paolo Stoppa e altri del teatro novecentesco.


Laureato al DAMS. Prova interesse nella narrazione in tutte le sue forme, che è anche il tema del suo ultimo libro: “Le vie delle fiabe”. Partendo dalla più famosa citazione di Italo Calvino:




A cavallo degli anni 80-90, anni strani, dato che la proposta ‘aziendale’ non rientrava nelle sue corde provò a partire dal basso e intraprendere la strada


Per fare strada bisogna... Fare la strada!


dice scherzando, ovviamente per fare qualsiasi mestiere bisogna prima fare esperienza. Non a caso, al contrario dalla comune percezione dell’artista girovago da parte dei più, fare strada è (anche, per alcuni) un lavoro, ne approfondisce in modo accurato tutti gli aspetti nel suo libro “Gli artisti di strada non sono mendicanti”,

giunto alla quarta edizione.


Come tanti prima di lui nel teatro di ricerca cita Eugenio Barba, Cuticchio e Ascanio Celestini, con il quale ai tempi ha collaborato: “Anche se non pratico solo il teatro di strada, mi piace lasciarmi una finestra aperta sul cappello. All’inizio è stata anche una misura per sapere quanto dovevo chiedere come compenso per il mio lavoro. Se un privato mi dava meno, rinunciavo quando con il cappello guadagnavo di più.



Quali cambiamenti ha dovuto affrontare per te l’arte di strada negli ultimi decenni?


Per me l’arte di strada si dovrebbe distinguere dallo spettacolo viaggiante, cosa che non sempre avviene anzi, molto spesso viene confusa. Ha subito una trasformazione in parte positiva e in parte negativa negli ultimi 10 anni. Ultimamente ci guardiamo un po’ storti uno coll’altro, anche a livello di relazioni umane è diventato terribile. L’aspetto positivo è che c’è una maggiore consapevolezza rispetto a questo ruolo. Il livello tecnico è talvolta altissimo, ma prima forse si faceva più ricerca anche a rischio di venir fuori con delle proposte ‘impopolari’, c’era una diversa predisposizione a imparare e a fare meglio accettando anche un fallimento come parte del

gioco. Oggi si vuole andare un po’ troppo sul sicuro”.


C’è tanti bravi chitarristi e musicisti oggi, tanto più da ascoltare e di più da pensare, ma le proposte si somigliano sempre più una coll’altra, il repertorio è molto ‘easy’. L’aspetto negativo nel tempo è stata la normalizzazione e l’istituzionalizzazione, lo sfruttamento pieno dell’arte in un senso banalmente commerciale. Il modello delle postazioni imposte, che poi rimanda al concetto di festival, dove migliaia di fratelli e sorelle del cappello in tutta Italia vanno a suonare e si iscrivono a delle piattaforme. Tutto, tutti troppo ammassati uno sull’altro che si fanno concorrenza con orari prestabiliti. Perde il valore che dai alla cosa, c’è del gran snobbismo e narcisismo a mio

parere.”

Libro - Gli artisti di strada non sono mendicanti - Federico Berti
Libro acquistabile da link!

Io ad esempio quando vado per strada ‘a cappello’ mi fermo 5/10 minuti in uno stesso posto, non di più! Pensa a Roma alcuni artisti avevano proposto un regolamento che stabiliva la distanza

minima tra gli artisti a... 20 metri! Te la dice lunga sull’atteggiamento da parte nostra, prima che della legge.

Si è persa completamente la concezione di musica itinerante.


Federico Berti comunque lo spiega con parole sue più che ottimamente nei suoi video, nel canale youtube e soprattutto nel suo libro “Gli artisti di strada non sono mendicanti”,

che si trova su IBS e in tutti gli altri stores online.


La strada e il web.


Cosa ne pensi dell’autopromozione di questi tempi dove tutti devono fare tutto da soli, oltre che le proprie esibizioni, trovarsi gli ingaggi, le tutele del proprio materiale, la sua distribuzione, la pubblicità?


La miglior promozione è un lavoro ben fatto, il video non è che una molecola di un prodotto editoriale più ampio che poi viene approfondito, riveduto e pubblicato in forma definitiva anche dopo diversi anni: il libro dedicato all’arte di strada è nato ad esempio da una serie di articoli che poi ho ampliato e corretto anche grazie al contributo di tante sorelle e fratelli, alcuni dei quali purtroppo non sono più qui”.


Usare la rete alla Montemagno (con tutto il rispetto) non porta da nessuna parte o meglio, va bene se devi vendere prodotti in affiliazione ma penso che non sia questo l’obiettivo di un artista di strada. O sbaglio?


“Quanto alla produzione ‘virale’ sfatiamo anche questo mito, non esiste nella realtà: non è la tua promozione o la qualità intrinseca a far diventare virale un video, viene semplicemente messo in delle playlist da una macchina che usa degli algoritmi e fa tutto in automatico. Ogni tanto scopro un altro dei miei contenuti che diventa virale e finisco addirittura per toglierlo, perché non mi piace farmi rappresentare dalle produzioni minori.“


“Usare internet solo per la promozione non ha molto senso, però d’altra parte non si può neanche ignorare il fatto che esista una rete. Dobbiamo sporcarci le mani con questa realtà e scendere negli inferi del nulla che avanza. Come Orfeo che va a pescare Euridice noi dobbiamo andare a ripescare il pubblico della strada là dentro, dove ha inspiegabilmente scelto di isolarsi. La

rete negli ultimi anni ha influenzato l’arte, la politica dando spazio agli imbecilli come diceva Umberto Eco, opinionisti da click-bait, negazionisti ad esempio, sono un problema con il

quale dobbiamo confrontarci. “


“La rete però non è sempre negativa, o meglio quand’è nata per noi degli anni ‘90 ha aperto anche prospettive d’innovazione. Oggi ti da la possibilità di fare cose che in strada non avresti il tempo ne la capacità di approfondire: i miei sonetti romaneschi per dirne una, le canzoni da ascolto, i quartetti di musica da camera che scrivo, la musica per organo, non puoi traslocarti la sala studio in piazza”.


“Poi la disattenzione e la superficialità, di ricerca e approfondimenti su questo e quello i passanti ne vogliono mezza. Quando vengono a trovarmi nel caffè letterario (il sito web) trovano tutto quello che non sono riuscito a esprimere per strada, allora qualcuno viene a scoprire quella parte della montagna che non affiora in superficie, e dove l’interessato può approfondire tutto quello che sto facendo, partecipando all’elaborazione delle cose nuove”.


Prossime Fermate?


“Da qualche anno promuovo il repertorio di una casa editrice: Italvox Edizioni Musicali, fondate

Italvox©
logo ufficiale Italivox©

nel 1951 dal cantastorie Piazza Marino. Rielaboro e propongo vecchi successi dell’etichetta per vari organici strumentali, anche classici o cameristici, e produco nuovi artisti. Vorrei che la casa

discografica diventasse un punto di riferimento per gli artisti di strada, suonando uno i pezzi dell’altro i nostri borderò non finirebbero tutti in tasca alle majors”


Foto di Federico “Tacabanda”

Descrizione: Federico Berti, one man band italiano.


 
 
 
  • 26 jul 2020
  • 3 Min. de lectura

Actualizado: 3 ene 2021


•S I L E N Z I O• tecnica mista su carta scenografica
•S I L E N Z I O• tecnica mista su carta scenografica - FeDa

- Pittrice/illustratrice,

I lavori di Federica d'Allessandro, in arte FeDa, sono il frutto di una costante ricerca e sperimentazione.

Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Artistico di Cerignola (FG), frequenta la Scuola Orafa Sulmonese(AQ).

Continua i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

La sua arte è frutto di una continua ricerca ed evoluzione attraverso l'uso di tecniche sempre differenti. -







I lavori prodotti da Federica D'Alessandro sono il risultato di una ricerca iniziata nel 2018. Sempre spinta dal desiderio di creare pezzi originali, l'artista ha deciso di lasciare da parte la

pittura su tela e di sperimentare nel campo dell'illustrazione. Nella sua prima fase del lavoro illustrativo ha utilizzato la tecnica classica dell'incisione su carta rosaspina. La sua curiosità per l'uso di diverse tecniche l'ha portata ad appassionarsi alla stampa su gomma: una tecnica di stampa artistica da foglio a foglia, da gomma lacca a gomma arabica, o meglio chiamata gumprint. Le opere appartenenti alla sua ultima produzione nel campo dell'illustrazione vedono l'utilizzo della tecnica mista del collage e del disegno. Le tecniche cambiano un elemento però rimane immutabile, la scelta dei soggetti: volti enigmatici, volti irreali, volti scomposti, che si mescolano con elementi naturali o geometrici. Nelle sue opere Fe Da invita lo spettatore a risolvere gli enigmi, a riflettere. La risposta si nasconde nei volti delle sue illustrazioni.

- Cassetti - FeDa
- Cassetti - FeDa

Federica D'Alessandro ha partecipato a diverse mostre come "Il filo che unisce ha le spine" un omaggio al centenario della morte di Rosa Luxemburg - ABABO WHIT THE NIGHT - un progetto grafico degli studenti del corso di grafica dell'Accademia di Belle Arti di Bologna all'interno di Art City/ Art Fair Bologna (2019), la mostra collettiva "Imago Mundi" Treviso (2018), "Collocazioni temporanee "Colectivo LesAnam, intervento specifico in galleria sotterranea presso la Velostazione DYNAMO di Bologna (2018), "Sotto Sopra" nell'ambito di Art City / Art Fair Bologna (2018), "Bologna si mostra" mostra collettiva di artisti a Bologna (2018) "15 artisti e una bottiglia di rum" mostra internazionale d'arte contemporanea (2017), "Collettiva Enirica", mostra di illustrazione, pittura e fotografia Bologna (2016), "Arte sotto il sole e nell'aria" mostra collettiva Bologna (2015).

Cosa ti spinge a scegliere di utilizzare queste tecniche?


"Credo che le tecniche utilizzate dipendano dalle esigenze del momento: monotipia, incisione, pittura, collage e illustrazione vengono mixate in base a cioè che ho bisogno di raccontare.

l e s s i c o e m o t i v o - Illustrazione digitale.🌸- FeDA

Parallelamente sto supportando con alcune mie illustrazioni questo bellissimo progetto

lessicoemotivo che vi consiglio di seguire e supportare!"

"Usi le parole giuste per esprimere le emozioni che provi?"

Questo è lessicoemotivo, dare il giusto peso alla 'parola' tanto quanto dovremmo fare con le emozioni, qualunque esse siano.

"I piedi sono la parte del corpo che sorregge tutto il nostro peso e che ci tiene in un contatto quasi costante con la terra.

Sono spesso tenuti in considerazione solo perché ci permettono di camminare, però anche questa parte del corpo è molto espressiva quando si tratta di esplicitare lo stato fisico ed emotivo generale che stiamo vivendo. Dato che per lo più ci approcciamo al mondo in modo verticale, il piede è inoltre l'arto che per primo ci permette di stabilire un rapporto tra il corpo e quello che ci circonda, anche se spesso il nostro approccio rispetto a ciò che è fuori dal corpo è di tipo orizzontale." #lessicoemotivo

"La gumprint è (quasi sicuramente) la forma di stampa più povera che ci sia. E più sono povere e più mi piacciono!!!"
Gumprint - FeDa

"La gumprint è (quasi sicuramente) la forma di stampa più povera che ci sia. E più sono povere e più mi piacciono!!!"


l i b r e t t o d' a r t i s t a - FeDa
l i b r e t t o d' a r t i s t a - FeDa

Prossime Fermate?


l i b r e t t o d' a r t i s t a


"Ultimamente sto dedicando il mio tempo alla realizzazione di libri d'artista come supporto delle mie illustrazioni o monotipie. Ma non solo. Per il futuro mi auguro di poter collaborare a nuovi e stimolanti progetti, singoli o collettivi:)"El tiempo vuelve" (con titolo rigorosamente in Itagnolo) è un altro figlio di questa quarantena. Ho provato a sfruttare quello che avevo in casa per realizzare una piccola serie(ancora in cantiere)di piccoli libri d'artista tagliati e cuciti a mano utilizzando la tecnica della #monotipia più poveraccia che ci sia: busta di plastica,colori ad olio e caffè. Questo è il risultato del primo figlioccio."


Opere e Illustrazioni di FeDa ©

Testo di Ornella Spata

Edited by Michele Panciroli

FeDa
 
 
 
  • 9 jul 2020
  • 2 Min. de lectura

L'importanza della condivisione
H.R.V.B. - graffiti - foto (Berlin 2014)

La prima fase è finita, oddio quando si parla di fasi oggi si rischia di fare confusione.

C’è stato, e ci sarà tanto lavoro dietro questo progetto.

11 artisti si sono prestati nel diffondere i loro contenuti insieme a Fermata Provvisoria.

Li potete cliccare tutti su questo sito e seguire la loro evoluzione artistica nel tempo, ma soprattutto sostenerli veramente.

interconnessioni e internet/connessioni

Condividere esperienze è importante, condividere ciò che ci piace lo è. Perché l’arte affronta temi che un politico non può prendere in considerazione, l’animo umano, attraverso la poesia, la musica, l’arte in tutte le sue forme, è l’espressione dell’anima.

Si creano connessioni e si cresce insieme, facendo risaltare voci spesso ignorate


La seconda fase sta per cominciare:

Valorizzare un progetto, per piccolo o poco ambizioso che sia, è importante condividerlo, per diffonderlo e dargli una reale possibilità.

Oggi come merce di scambio ci sono le visualizzazioni, i like, le condivisioni, i cuoricini.

Sono riusciti a usare quello che più ci piace, i valori che più ci stanno a cuore per farci consumare tutta la dopamina che avevamo in corpo. Senza però poterci mangiare.



Condividere quello che ci piace per poterlo vedere crescere, dargli una reale possibilità.


Zuckerberg e famiglia bella ci fregano così. Ci sono dentro anch’io eh?! Non volevo apparire al principio, ma poi un youtuber pelato mi ha detto che avrei attirato più gente.

Non mi piace apparire, ma ci ho messo la faccia. Un po’ come dire: "mi sto prendendo un impegno, una responsabilità."


Ma il mio obbiettivo è lo stesso che avevo da bimbo.

Un giornalino dove metto tutto quello che mi piace e che voglio vedere crescere.

Perché se lo merita.


Detto questo, anche Fermata Provvisoria ha bisogno di crescere. So che siamo tutti imprenditori di noi stessi, e non riceviamo niente in cambio in cambio di niente. Questa è cultura dal basso, dalle sue fondamenta fa un salto in avanti per non restare indietro. Ci hanno dato questi strumenti, e nonostante le incessanti proposte di marketing, dove riescono a venderci di tutto senza ottenere veramente quello di cui avevamo bisogno, allora, impariamo a usarli al meglio!

È importante farsi sentire anche online, diventare grandi lì, per poter tornare in strada!

Verso la prossima fermata.


Michele Panciroli per Fermata Provvisoria

Fatevi sentire, condividetevi!


2 raccomandazioni se mi trovi d'accordo con quello che ho scritto:

  • se pubblichi qualcosa e desideri che le persone la vedano, perché non renderla condivisibile con tutti? non rischi niente, l'unica cosa che ti deve preoccupare è essere visto da più gente... o diventare virale.

  • Tu artista, hai un opinione, e la esprimi attraverso la tua arte, hai paura che ti rubino l'identità o le tue idee? Firmati! Fatti rispettare! Ovvio, ciò non toglie che il miglior modo per diffonderla, é la condivisione.

saluti sinceri.

 
 
 

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